mercoledì 6 novembre 2013

CUORE, RESISTI!

Sono da sempre contraria all'avviso di chiamata nei cellulari. Lo ritengo indice di maleducazione, di poca sensibilità, di incapacità di entrare in empatia con le persone. Trovo intollerabile che, mentre stai parlando con qualcuno, questo qualcuno improvvisamente dica: 'oddio, scusa, mi sta chiamando Tal dei Tali' (quasi mai trattasi del Padreterno o di illustre personaggio impossibile da reperire) e ti agganci il telefono in faccia dicendo che ti richiamerà appena possibile. Esiste il diritto di precedenza, nella vita, e soprattutto esiste la buona educazione. Ti ho chiamato prima io, stai parlando con me, finisci la conversazione con me e poi chiami questa persona che, a meno che non sia affetta da gravi patologie, non si toglierà la vita per aver trovato la linea occupata. Qualcuno a cui ho fatto notare questa cosa, mi ha risposto che l'avviso di chiamata è necessario per poter stare in conversazione telefonica molto tempo senza paura di perdere una chiamata importante. Qui ammetto di avere un problema di comprensione: non riesco proprio a capire come si possa sprecare gran parte della propria vita al telefono. Ventiquattro ore (anzi sedici, tolte le canoniche otto ore di sonno) mi sembrano già molto poche per fare tutto quello che voglio fare in una giornata, non riuscirei mai a concepire di impiegare alcune ore in chiacchiere telefoniche. Preferisco la sintesi dei messaggi scritti  o qualche chiacchiera a tu per tu davanti a un bicchiere di vino. Questo, però, è un problema tutto mio. Credo che il problema vero sia a monte, e riguardi la società odierna. Credo si tratti di mancanza di pazienza. Non sappiamo più cosa sia, la pazienza. Non sappiamo più aspettare. Un tempo aspettavamo la telefonata a casa, e se chiamavamo qualcuno e trovavamo la linea occupata, anche per ore, continuavamo imperterriti a chiamare finché non si liberava. Eravamo pazienti. Pazienti e tenaci. Adesso non riusciamo più ad aspettare, e non vogliamo essere aspettati. Recentemente ho appreso che in Cina per dire la parola 'pazienza' usano un'espressione che significa 'cuore resistente'. Ecco, credo che sia proprio questo il punto. Non abbiamo più il cuore, quindi il coraggio, di attendere e di farci attendere. Abbiamo solo paura. Paura di non trovare e di non farci trovare. Paura di fare un secondo o un terzo tentativo, e paura che nessuno voglia farlo con noi. Paura degli ostacoli momentanei, paura di essere fregati dal tempo. Il cuore è un muscolo, e come tale va allenato; solo così avrà più resistenza. Anche la pazienza va allenata. Peccato che non abbiamo più pazienza per farlo.

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