mercoledì 6 novembre 2013

BUONANOTTE E SOGNI D'ORO

Ho sempre banalmente pensato (credo come molti di voi) che fare bei sogni, la notte, fosse preferibile al fare brutti sogni, argomento che ho già trattato su questo blog qualche mese fa. La qualità del sonno è indubbiamente migliore, come lo è il risveglio e la sensazione che ti rimane addosso per tutta la giornata. Non avevo però calcolato una variabile che rende il bel sogno nocivo per il nostro umore quanto quello brutto. La variabile è quella cosa con cui dobbiamo fare sempre, immancabilmente, i conti: la realtà. Tanto essa è capace di rassicurarci dopo un orrendo incubo, infatti, quanto è in grado di buttarci addosso un secchio di acqua gelida per toglierci ogni illusione. Giorni fa mi è capitato di fare un bellissimo sogno e il risveglio, seguito immediatamente dal prendere atto della realtà, è stato davvero doloroso, quasi traumatico. Il senso di delusione è tale, in questo caso, che non sai con chi prendertela: con te stesso per nutrire sciocche e infantili speranze? Con la notte che invece di portare consiglio ha portato solo inutili illusioni? Con il tuo inconscio che non smette mai di ripeterti quello che realmente desideri? Con la realtà, che non assomiglia neanche lontanamente al sogno? Non c'è capro espiatorio che tenga. Non potendo prendertela con niente e nessuno, ti tieni la delusione e ci convivi per il resto della giornata. Con un piccolo problema. La realtà ti sembra ancora più brutta e dolorosa di quel che è.  E cattiva, anche. Spietata. Perché sai che potrebbe essere diversa. Lo sai perché l'hai sognato. E tutto quel che sogniamo, per il nostro cervello, è realtà, a tutti gli effetti.  Il cervello, si dice, non distingue un'esperienza vividamente immaginata (e dunque anche sognata) da una realmente vissuta. A livello neurologico pare sia così. Quindi, se la tua realtà notturna è stata meravigliosa, sarà molto difficile accettare quella diurna, così lontana da ciò che potrebbe essere e a cui neanche vagamente somiglia. Ce l'avrai con lei, con quella maledetta realtà diurna, tutto il giorno, tutta la sera, fino al momento in cui ti addormenti di nuovo, sperando che finalmente tutto torni ad essere come deve essere, ovvero come tu vuoi che sia.

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