martedì 16 luglio 2013

AL DI QUA

Chiunque perda una persona cara vive poi nella speranza di poterla 'sentire', di poter avere un segnale qualsiasi dall'aldilà. Ma loro, i morti, si fanno sentire quando vogliono, e non quando vogliamo noi. Potrei dire retoricamente che si fanno sentire quando ne abbiamo davvero bisogno, ma non è così. La verità è che si fanno sentire quando noi siamo pronti ad accoglierli, e per accoglierli è necessario abbandonare il dolore, la rabbia, il senso di ingiustizia e di sfortuna, il senso di abbandono e di perdita, i rimpianti e i rimorsi legati a quella scomparsa. I morti vogliono stare in pace, ne hanno il diritto, se la sono guadagnati, la pace, quella eterna. La loro luce non può risplendere se noi continuiamo a voler stare al buio. I morti sono liberi, liberi finalmente da tutto, ed è perfettamente inutile ostinarci a cercare disperatamente di tenerli legati a noi, ad una vita a cui loro non appartengono più. I morti bisogna saperli accogliere, e per saperli accogliere bisogna prima imparare a lasciarli andare.

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