
lunedì 10 giugno 2013
COME IL CIELO

mercoledì 5 giugno 2013
SAI, LA GENTE È STRANA
Accusiamo spesso 'la gente' di superficialità quando si limita a giudicare dalle apparenze. Non sono d'accordo, non lo sono minimamente. La 'gente', salvo essere legata a noi da amicizia profonda o amore, non è tenuta a vedere oltre quello che noi mostriamo. La 'gente' non è tenuta a psicanalizzare altra 'gente'. La 'gente' reagisce in base a ciò che vede e il biglietto da visita che porgiamo è fondamentale per il giudizio che questa 'gente' darà su di noi. E' responsabilità nostra dimostrare coerenza tra quello che appare e quello che noi siamo in realtà. Intendiamoci, siamo liberissimi di non farlo. Liberissimi di dare un biglietto da visita opposto a quello che siamo. Probabilmente lo facciamo per una forma di difesa. Probabilmente abbiamo una tale fragilità, una tale sensibilità e una tale vulnerabilità da scegliere di indossare una corazza e mostrare quella, alla 'gente'. Ma siamo colpevoli, prendiamone atto. Colpevoli di non aver capito che fragilità, sensibilità e vulnerabilità sono un pregio, un tesoro, una ricchezza. Sono quello che fa di noi degli esseri umani e quindi creature divine. (che l'aggettivo 'divine' sia inteso dai credenti come sinonimo di 'create da Dio' e dai non credenti o agnostici come sinonimo di 'meravigliose'). Siamo colpevoli di temere il giudizio della 'gente', colpevoli di considerare la 'gente' come il nemico da cui difenderci e non come persone nostre simili nel bene e nel male. Il nemico non è la 'gente', il nemico è la nostra paura. La paura della 'gente', la paura di noi stessi, la paura di essere umanamente imperfetti, la paura di vivere, la paura di ammettere che 'la gente' siamo noi.
INGREDIENTI

Iscriviti a:
Post (Atom)