Ho sempre saputo che non esisteva, che erano i genitori e i parenti a delegare a una figura immaginaria le proprie responsabilità di fare felici i bambini a fine anno affidandosi ad una pietosa messinscena di cui si vergognavano loro per primi. Sono sempre stata una bambina precoce in tutto quello che riguardava la comprensione e l'intelletto, a differenza delle attività motorie in cui ero terribilmente in ritardo. Scrivevo e leggevo perfettamente già a quattro anni e nessuno poteva prendermi in giro. Non me lo potevo permettere. Non potevo permettermi di credere in qualcuno di cui non avevo mai sentito la voce, di fidarmi di qualcuno che non avevo mai visto. Sentivo di non potermi fidare fino in fondo neanche dei miei genitori, che conoscevo e vedevo ogni giorno. Figuriamoci di un Signor Babbo Natale qualunque. E comunque, a scanso di equivoci, nessuno aveva provato a farmi credere in questo vecchio signore dalla barba bianca, vestito di rosso. Provavo molta compassione per tutti i miei coetanei che credevano in questo tizio. 'Poverini', pensavo, 'li aspetta una grossa delusione. Quando scopriranno che non esiste sarà un trauma e capiranno quanto siano stupidi e quanto io sia intelligente.' Incredibile come la compassione verso gli altri negli anni si sia potuta tramutare in compassione verso me stessa, incredibile come quel senso di superiorità intellettiva si sia trasformato in senso di inferiorità emotiva. Incredibile come a un certo punto la bambina che non aveva mai creduto in niente si sia trasformata in una donna piena di rabbia, e ancor più incredibile come questa rabbia intossicante si sia infine trasformata in bulimica fame di vita, in forte voglia di rivalsa, in un sano desiderio incessante di sognare e di esaudire i propri sogni. Ho capito, negli anni, che Babbo Natale poteva esistere anche per me se solo ci avessi creduto, ho capito che avrebbe portato regali anche a me se solo li avessi chiesti e saputi aspettare. Bisogna credere nella magia affinché essa ci possa avvolgere, bisogna credere nei propri sogni affinché essi si avverino. Bisogna credere in Babbo Natale affinché arrivi e ci porti i regali. Ci vuole coraggio, per credere in ciò che sappiamo esistere solo nel nostro immaginario. Ci vuole coraggio per credere che il nostro immaginario sia l'anteprima della nostra realtà. Ci vuole un coraggio inaudito. Il coraggio di chi sogna e realizza i propri sogni, il coraggio di chi non si lascia scoraggiare dalla banale razionalità ed apparente evidenza, il coraggio di chi sa osare, di chi ci mette il cuore e di chi, quasi sempre, vince.
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