
lunedì 26 agosto 2013
ERA 'SOLO' UN SOGNO

martedì 6 agosto 2013
LOST AND FOUND
Viaggiare è una delle mie attività preferite, una delle mie priorità assolute nella vita. Non solo. Non ho paura di niente, quando viaggio. Non ho paura dell'aereo, non ho paura di alcun mezzo di trasporto, non ho paura delle malattie, non ho paura degli imprevisti, non ho paura di viaggiare sola, non ho paura di annoiarmi, non ho paura di ciò che non conosco. C'è un'unica eccezione. C'è una cosa di cui ho paura. No, non è esatto. C'è una cosa di cui ho un terrore fottuto: perdere i bagagli. Perderli quando viaggio in aereo per colpa dello smistamento caotico negli aeroporti, perderli quando viaggio in treno per colpa di una mia svista, perderli quando viaggio in pullman per colpa di qualche passeggero sbadato che scende prima di me e scambia il proprio bagaglio col mio, perderli per colpa di un ladro che me li ruba nella hall di un hotel, perderli per colpa di chiunque ovunque io sia e con qualunque mezzo di trasporto io viaggi. Insomma, fintanto che io non sono nella mia cameretta e non ho riposto tutto il contenuto del bagaglio negli armadi e cassetti a mia disposizione, non sono tranquilla. Ora, a differenza della stragrande maggioranza delle persone che convive con le proprie ansie e paure senza minimamente chiedersi il perché e soprattutto senza minimamente cercare di capire come potrebbe superarle, io mi sono posta il problema, affinché quest'ansia non mi tormenti più. Ci tengo a dire che questo timore non mi ha mai impedito di viaggiare, ma questo solo perché io da sempre rifiuto di essere schiava di una qualsivoglia paura, e rifiuto il fatto che una qualsivoglia paura mi possa impedire di fare alcunché. È un concetto a cui mi ribello con tutta me stessa, quello della schiavitù. Di ogni genere. Detto ciò, il motivo di questa mia paura è uno e uno soltanto: il vano, faticoso e dannoso tentativo di cercare di tenere sempre tutto sotto controllo. La difficoltà di 'lasciar andare', anche. L'attaccamento morboso a ciò che mi dà sicurezza, come i miei oggetti, da me scelti con cura, amore e dedizione, a cui io erroneamente associo la mia identità. Errore. Immenso, nocivo, deleterio errore. Io non sono i miei oggetti, prima di tutto. La mia identità è ben altro, per fortuna. Ma soprattutto io non posso controllare gli oggetti come non posso controllare gli eventi, i fatti, le persone. Non posso contollare la vita. Posso solo viverla, con tutto ciò che comporta, nel bene e nel male. Devo imparare a lasciar andare tutto ciò che mi appartiene. Perché niente ci appartiene del tutto, niente ci appartiene veramente, e se qualcosa ci appartiene è perché siamo disposti a lasciarlo andare. Ho capito che neanche io posso appartenere a me stessa se non sono disposta a perdermi. Devo lasciar andare me stessa, dunque, prima di tutto. Devo lasciar andare la mia vecchia identità ogni volta che voglio trovarne una nuova. Devo darmi la possibilità di perdermi per poi darmi la possibilità di ritrovarmi, proprio come i miei bagagli. Perché io sono il mio bagaglio più grande, più importante, più prezioso. Io.
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