martedì 28 maggio 2013

IL GIOCO DELLE REGOLE

Ci sono persone che seguono le regole pedissequamente, alla lettera, e non sgarrano mai. Sono le persone noiose, pedanti, senza fantasia, che non arriveranno mai da nessuna parte. Ci sono persone che le regole non riescono e non vogliono seguirle e fanno esattamente il contrario. Sono i ribelli, che forse da qualche parte arriveranno, ma con prezzi troppo alti da pagare e spesso soli. Ci sono persone che le regole le aggiustano e le modificano a loro uso e consumo, per i loro scopi personali più o meno biechi. Sono i disonesti, che arrivano spesso lontano, ma anche loro soli e spesso infelici. Poi ci sono le persone che le regole le interpretano, ne studiano il significato, ne colgono l'essenza, le plasmano seguendo il buonsenso, le adattano alla situazione cercando di non tradirne il senso. Queste sono le persone che hanno capito il segreto della vita, che arrivano dove vogliono, circondate dall'amore di tutto e di tutti. Sono i padroni del mondo.

lunedì 20 maggio 2013

RESET



Mi sono sempre chiesta cosa succederebbe se potessimo, di tanto in tanto, resettare tutto, nella nostra vita, nella nostra testa, esattamente come si fa con un pc. Se tutti i file della nostra vissuta fino a quel momento, tutti i ricordi, le sensazioni, le emozioni, i desideri, i condizionamenti, i traguardi raggiunti e le sconfitte subite potessero all'improvviso, come per magia, scomparire nel nulla, lasciando nella nostra testa il vuoto totale, un vuoto pneumatico assoluto. Cosa succederebbe a quel punto? Suppongo che dovremmo ripartire da lì, da quello zero assoluto. Ma in che modo, se non abbiamo più tutti quei file che, messi insieme, generano quella indispensabile guida chiamata 'esperienza'? Cos'è che ci guiderebbe, a quel punto? Secondo quale criterio faremmo le nostre scelte? Avremmo gli stessi gusti, saremmo portati verso le stesse cose, percorreremmo le stesse strade, o comunque faremmo percorsi simili? Che peso ha la memoria storica nella nostra vita? E quanto è giusto o meno che abbia il peso che ha? Ogni singola cosa che ci accade, dal momento in cui nasciamo a quello in cui moriamo, lascia un segno indelebile, in qualche modo ci cambia, ci forgia, fa di noi quello che poi saremo. Ma noi abbiamo anche un DNA, partiamo da quello, abbiamo un carattere che è solo nostro, abbiamo gusti e tendenze istintivi, talenti innati, cose per le quali siamo naturalmente portati e altre per cui siamo irrimediabilmente negati. Mi chiedo come sarebbe la nostra vita vissuta solo ed esclusivamente in base al nostro DNA, mi piacerebbe capire come e in quale misura la vita, col nostro abile aiuto, riesce a soffocarlo.

martedì 14 maggio 2013

MADRI CORAGGIO

Premetto: non sono madre. Non sono più neanche figlia, ma lo sono stata, ovviamente, come tutti. E da (ex) figlia mi sento di parlare a cuore aperto a tutte le madri. Sempre più spesso vedo e sento donne che dicono di 'sacrificarsi' per i figli, di non uscire più, di non dedicarsi più ai loro svaghi, alle loro passioni, ai loro amici, alla loro persona, a niente che non sia i loro figli, talvolta per anni e anni. Alcune lo dicono con una certa soddisfazione e fierezza, certe che questi sacrifici conferiscano loro una impareggiabile nobiltà d'animo e che sia un biglietto garantito per un posto in prima fila in paradiso. Altre lo dicono con una dolorosa e sofferta rassegnazione, come se il giusto prezzo da pagare per l'immensa gioia di avere un figlio fosse necessariamente quello di vivere una vita di privazioni e sacrifici. Altre (una esigua minoranza, a dire il vero) lasciano trapelare un sottile filo di rabbia, un senso di ingiustizia che fa intuire che le poverine non sospettavano minimamente che la conseguenza del mettere al mondo un figlio fosse un tale repentino tracollo della loro vita privata e sociale. Da figlia, e solo da figlia, dico a queste madri che non è un bel sentire. Nessun figlio vuole essere il solo e unico scopo di vita di un genitore. Nessun figlio vuole questo fardello sulle spalle. Nessun figlio vuole una madre frustrata e infelice. Nessun figlio vuole una madre 'sacrificata' come un agnello pasquale. Nessun figlio vuole come modello un genitore che non sa godere della vita, che non si diverte, che non vive. Credo che tra i doveri di un genitore ci sia proprio quello di trasmettere ai propri figli l'amore per la vita, la gioia di vivere, la libertà, l'indipendenza, la possibilità di conciliare la maternità con il divertimento. Non ho mai visto un bambino gioire vedendo una mamma triste e frustrata, mai. Un figlio va educato alla felicità, e deve poter avere un modello di persona felice da imitare. Bisogna conoscere la felicità fin da bambini, per poterla cercare da grandi, e riconoscerla quando la si trova.

lunedì 6 maggio 2013

PIAZZA AFFARI (DI CUORE)

Innamorarsi delle potenzialità è come giocare in Borsa: ne puoi uscire arricchito e contento, oppure in miseria e infelice. E' facile innamorarsi delle potenzialità, ovvero di quello che una persona, una relazione, una situazione potrebbe diventare, potrebbe essere. Che al momento non lo sia ci è chiarissimo, quando ce ne innamoriamo, ma vediamo altrettanto chiaramente alcuni precisi e inequivocabili segni, indizi, accenni di una effettiva e reale possibilità di trasformazione, di cambiamento, proprio nello stesso identico modo in cui un bravo creatore di look vede una ragazza bruttina e conciata male e capisce che la può trasformare da brutto anatroccolo in cigno, o nello stesso modo in cui un bravo architetto vede un rudere e intuisce che potrà trasformarsi in reggia. Ma a noi spetta il lavoro arduo, la fatica, l'abilità di capire le tempistiche e le modalità di questa trasformazione, e soprattutto a noi spetta valutare i rischi. Non sarà facile sopportare l'eventuale nostro fallimento senza addossare la colpa al Fato o all'altra persona,. ma l'eventuale colpa è solo nostra, perché nessuno ci ha chiesto di innamorarci di ciò che che non è ma che potrebbe essere. Se lo facciamo, se decidiamo di correre questo rischio, dobbiamo essere disposti a tutto, anche al baratro. Bisogna stare talmente bene con noi stessi, essere talmente in sintonia con il nostro Io da poter rischiare con serenità, perché solo chi non ha niente da perdere non ha paura e può vincere. Solo le persone molto ricche possono giocare in Borsa con tranquillità, perché se vincono saranno ancora più ricche e se perdono saranno ricche comunque.